Il dipinto sulla copertina del libro ritrae un meraviglioso tramonto che sembra reale nonostante la visionarietà diffusa in cui dominano i colori accesi del Salento, quelli più amati e ricorrenti nell'arte ispirata di De Candia. Attraverso interviste e testimonianze di amici, critici d'arte e artisti il documentario, realizzato in assenza del pittore-protagonista, data la prematura scomparsa dell'artista nel 1992, ricostruisce la vicenda umana e artistica di Edoardo nella sua dinamicità, dai tempi dell'apprendistato della tecnica della cartapesta e del disegno nelle botteghe cittadine fino alla maturità e alla vecchiaia. Tra momenti di malinconia e di (com)partecipazione di fronte a un genio incompreso e denigrato da una città borghese e provinciale come Lecce, prigione barocca di un cuore libero, paese "così sgradito da doverlo amare" come aveva detto Bodini, si sono susseguiti anche momenti di divertito coinvolgimento e di tenerezza per il suo animo istintivo e a tratti infantile. Anche De Candia, come tanti altri, è tra coloro che in vita non sono stati considerati e che attendono il riscatto, un riscatto doveroso e meritato. Mentre seguivo la proiezione pensavo che, pur essendo cresciuta e migliorata, Lecce resta una città di provincia e mi chiedevo: se Edoardo fosse vissuto ai nostri tempi, sarebbe stato accolto diversamente da persone e istituzioni o sarebbe stato ancora un disadattato, un emarginato ancorchè geniale artista? De Candia non è stato un ribelle, di certo però è vissuto liberamente, esprimendosi al massimo, rifiutando gli impegni di un'esistenza comune e i conformismi della morale borghese. È stato il primo figlio dei fiori, un santo bevitore a metà tra Ligabue e Van Gogh, un Don Chisciotte contemporaneo, ma non si è impegnato produttivamente con serietà e costanza in nessuna attività : dipingeva quando ne aveva voglia e poi vendeva i suoi dipinti accontentandosi di poche lire. Come tutti gli animi sensibili ha sofferto per l'indifferenza e il disprezzo manifestatogli dai familiari e dai concittadini; lunghe permanenze presso l'ospedale psichiatrico e terapie di docce fredde, sedativi ed elettroshock hanno fatto il resto e dato l'avvio alla parabola discendente dell'uomo e dell'artista. Il suo talento purtroppo non è stato riconosciuto e apprezzato neanche a Milano, Firenze, Roma, Londra, Parigi dove l'artista ha potuto, per brevi periodi, condurre vita da bohemien, contraendo solo debiti e conoscendo artisti di fama. Nel libro a cui è allegato il dvd con la colonna sonora originale di Andrea Senatore, i dipinti di De Candia si susseguono piacevolmente, ricercati e fotografati da Elio Scarciglia e sono accompagnati da didascalie che non sono titoli delle opere o chiose sull'occasione della realizzazione di ciascun dipinto. Si tratta invece di citazioni dell'artista, ricordi di vita vera, espressioni semplici ma significative, incisive come aforismi quali "il rosso è il colore del fuoco, del sangue, del vino, della vita". Edoardo ritraeva fiori, frutti, alberi, nudi di donne prosperose, marine, paesaggi di sabbia e di macchia mediterranea in cui due colori emergono con grande energia e potenza espressiva, annullando prospettive e canoni consueti: il rosso, simbolo di vita e di passione e l'azzurro, simbolo del mare che il pittore amava e del cielo che lo ha accolto. Elio Scarciglia nel suo bel documentario, di forte impatto emotivo sul lettore, e di cui ha firmato la regia e il montaggio, attraverso flashback e sovraimpressioni che talvolta hanno ritratto un'immagine irreale ed evanescente dell'uomo, ha rivelato la complessità dell'artista senza incorrere in facili sentimentalismi o in cliches stereotipati. Ha fatto rivivere il personaggio De Candia attraverso scatti, aneddoti, parole di coloro che l'hanno conosciuto e che gli hanno voluto bene, restituendoci un ritratto ispirato e poetico, con la sola forza dell'evocazione. E quando un'iniziativa è finalizzata a riscoprire un artista e a fare in modo che se ne parli e che sfugga all'oblio dei tempi attuali è sempre un evento encomiabile, un evento da non perdere e da custodire nella memoria tra i ricordi più preziosi.
Deborah Mega